Torna la paura in tutto il Nord: una fortissima scossa di terremoto (magnitudo 5.8) ha colpito le zone già in ginocchio per il terremoto del 20 maggio scorso. Evacuate molte scuole da Milano a Modena (nella foto)
martedì 29 maggio 2012
FORTE TERREMOTO AL NORD, C'E'UNA VITTIMA
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Scossa di terremoto al Nord. A Milano evacuati uffici e palazzi
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lunedì 28 maggio 2012
Spostamento dell'asse terrestre
Se la Terra fosse una sfera perfetta non potrebbe mantenere la rotazione attorno ad un asse, sarebbe come una palla: sempre pronta a variare l’asse di rotazione. Per nostra fortuna la Terra è leggermente schiacciata ai poli, e questo la rende simile ad un giroscopio che ruota attorno ad un asse fisso. Tutta questa stabilità sarebbe molto bella e tranquillizzante ma la differenza tra il diametro della Terra ai poli e il diametro della Terra all’equatore è di soli 44 chilometri (12.712 chilometri il minore e 12.756 il maggiore), una differenza minima che rende la Terra un giroscopio altamente instabile. Avete presente una bicicletta? Considerate una bicicletta ferma, appoggiata nella sua posizione nomale e lasciatela libera: cadrà senz’altro. Considerate ora la stessa bicicletta con una persona sopra che pedala: incredibilmente la bicicletta sta dritta, verticale.
Cosa è cambiato?
Apparentemente nulla se non che nel secondo caso le ruote sono in movimento. Le ruote della bicicletta sono dei corpi in movimento attorno ad un asse e sono quindi parificabili ad un giroscopio. Togliete una ruota alla bicicletta, l’anteriore è più semplice, e tenetela con entrambe le mani per il mozzo (l’asse centrale in cui confluiscono i raggi), ora provate a inclinare la ruota spostando una mano più in alto dell’altra e vedrete che non avrete problemi a compiere l’operazione. Sempre tenendo la ruota per il mozzo fatela girare e riprovate ad inclinarla come avete fatto prima: sarà molto più duro se non impossibile. Per la legge fisica detta dei giroscopi più la ruota è grande, ovvero più la massa è distante dall’asse, e più velocemente gira, più la ruota, o il giroscopio che dir si voglia, sarà stabile nel suo movimento. In altre parole una bicicletta con le ruote piccole, come quella di un bambino, sarà più soggetta a cadere della bicicletta con ruote grandi di un adulto.
Applicando il principio della ruota da bicicletta al nostro pianeta si deduce che la Terra è un giroscopio molto instabile a cui basta una piccola forza esterna per essere turbato e cambiare asse di rotazione provocando catastrofi enormi.
Quando un giroscopio viene colpito da un corpo che lo induce a modificare il proprio asse di rotazione reagisce con un caratteristico movimento a cono del suo asse detto movimento precessorio, o precessione. Tale movimento tende a riportare l’asse nella posizione primitiva.
Flavio Barbiero, ammiraglio ed esperto di giroscopi per la Nato (i giroscopi sono usati per pilotare i siluri) ha calcolato che basta l’impatto di un corpo astrale con un diametro dai cinquecento ai settecento metri per spostare l’asse terrestre di circa venti gradi. Se la Terra fosse una massa rigida il movimento precessorio dell’asse la riporterebbe nella sua posizione iniziale.
Apparentemente nulla se non che nel secondo caso le ruote sono in movimento. Le ruote della bicicletta sono dei corpi in movimento attorno ad un asse e sono quindi parificabili ad un giroscopio. Togliete una ruota alla bicicletta, l’anteriore è più semplice, e tenetela con entrambe le mani per il mozzo (l’asse centrale in cui confluiscono i raggi), ora provate a inclinare la ruota spostando una mano più in alto dell’altra e vedrete che non avrete problemi a compiere l’operazione. Sempre tenendo la ruota per il mozzo fatela girare e riprovate ad inclinarla come avete fatto prima: sarà molto più duro se non impossibile. Per la legge fisica detta dei giroscopi più la ruota è grande, ovvero più la massa è distante dall’asse, e più velocemente gira, più la ruota, o il giroscopio che dir si voglia, sarà stabile nel suo movimento. In altre parole una bicicletta con le ruote piccole, come quella di un bambino, sarà più soggetta a cadere della bicicletta con ruote grandi di un adulto.
Applicando il principio della ruota da bicicletta al nostro pianeta si deduce che la Terra è un giroscopio molto instabile a cui basta una piccola forza esterna per essere turbato e cambiare asse di rotazione provocando catastrofi enormi.
Quando un giroscopio viene colpito da un corpo che lo induce a modificare il proprio asse di rotazione reagisce con un caratteristico movimento a cono del suo asse detto movimento precessorio, o precessione. Tale movimento tende a riportare l’asse nella posizione primitiva.
Flavio Barbiero, ammiraglio ed esperto di giroscopi per la Nato (i giroscopi sono usati per pilotare i siluri) ha calcolato che basta l’impatto di un corpo astrale con un diametro dai cinquecento ai settecento metri per spostare l’asse terrestre di circa venti gradi. Se la Terra fosse una massa rigida il movimento precessorio dell’asse la riporterebbe nella sua posizione iniziale.
Vi sarebbero distruzioni ma l’asse di rotazione resterebbe immutato.
Il nostro pianeta invece è costituito da una sottilissima crosta dura all’esterno (circa 15 – 20 chilometri di spessore), e un’enorme massa fluida all’interno. Questa specie di marmellata calda una volta variata la posizione dell’asse tende a mantenere il nuovo asse di rotazione verificatosi neutralizzando l’effetto di ritorno alla posizione precedente del giroscopio.
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L'ipotesi Astrale
Circa sessantacinque milioni di anni fa un bolide grande come la cometa di Halley, circa dieci chilometri di diametro, colpì la Terra formando in pochi secondi un cratere largo 300 chilometri e profondo 24 chilometri. L’impatto sollevò 200.000 chilometri cubici di terra e rocce, provocò terremoti, maremoti, fenomeni vulcanici ed enormi incendi. Le polveri e i fumi rimasero nell’atmosfera per anni provocando il raffreddamento del pianeta.
In seguito a tutto ciò si estinse il sessantacinque-settanta per cento degli esseri viventi sulla Terra, tra cui i dinosauri.
Il cratere esiste tutt’ora, nello Yucatan, e non è che uno dei tanti crateri presenti sulla Terra che testimoniano come anche il nostro pianeta, e non solo la luna e marte, sia stato e sia tutt’ora bersaglio di corpi celesti.
L’Ipotesi Astrale
Fino a cinquant’anni fa la possibilità che un corpo celeste potesse cadere sulla Terra era considerato fantascienza e chi ipotizzava ciò era un catastrofista, non si sa perché, contrario al progresso. Negli anni le opinioni dei catastrofismi vennero sempre più prese in considerazione anche perché le prove non mancavano, basti pensare al Meteor Crater in Arizona. Nel 1908 a Tumbuska, in Siberia, cadde dal cielo un ammasso di ghiaccio del diametro di cento metri. L’impatto sprigionò una forza seicento volte più grande della bomba di Hiroshima che in pochi secondi rase al suolo milleottocento chilometri quadrati di foresta, se fosse caduto su Parigi o Londra non sarebbe rimasto nulla. Passano gli anni e le presenze di meteoriti si verificano senza ombra di dubbi. Nel 1972 una roccia di ottanta metri di diametro rimbalza fuori dall’atmosfera senza provocare danni e nel 1992 viene filmato un corpo celeste che si disintegra a pochi chilometri da terra. Altri “sassolini” pericolosi sono stati trovati in varie parti del mondo.
In seguito a tutto ciò si estinse il sessantacinque-settanta per cento degli esseri viventi sulla Terra, tra cui i dinosauri.
Il cratere esiste tutt’ora, nello Yucatan, e non è che uno dei tanti crateri presenti sulla Terra che testimoniano come anche il nostro pianeta, e non solo la luna e marte, sia stato e sia tutt’ora bersaglio di corpi celesti.
L’Ipotesi Astrale
Fino a cinquant’anni fa la possibilità che un corpo celeste potesse cadere sulla Terra era considerato fantascienza e chi ipotizzava ciò era un catastrofista, non si sa perché, contrario al progresso. Negli anni le opinioni dei catastrofismi vennero sempre più prese in considerazione anche perché le prove non mancavano, basti pensare al Meteor Crater in Arizona. Nel 1908 a Tumbuska, in Siberia, cadde dal cielo un ammasso di ghiaccio del diametro di cento metri. L’impatto sprigionò una forza seicento volte più grande della bomba di Hiroshima che in pochi secondi rase al suolo milleottocento chilometri quadrati di foresta, se fosse caduto su Parigi o Londra non sarebbe rimasto nulla. Passano gli anni e le presenze di meteoriti si verificano senza ombra di dubbi. Nel 1972 una roccia di ottanta metri di diametro rimbalza fuori dall’atmosfera senza provocare danni e nel 1992 viene filmato un corpo celeste che si disintegra a pochi chilometri da terra. Altri “sassolini” pericolosi sono stati trovati in varie parti del mondo.
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sabato 26 maggio 2012
METEO, WEEKEND INCERTO A NORD E A SUD. RISCHIO GRANDINATE IN EMILIA
E' in arrivo un
weekend all'insegna della instabilità. Oggi sono previsti temporali sui
monti, Alpi, Appennini e al centrosud, secondo le previsioni del IL
Meteo.it che attribuisce l'instabilità di questi giorni alle
infiltrazioni est dai Balcani che creano contrasti termici con le
temperature e umidità ormai elevate sulle nostre regioni. Ma Antonio
Sanò, meteorologo del sito web www.iLMeteo.it annuncia una domenica più
soleggiata, con clima mite sui 25 gradi, mentre ancora temporali veloci
interesseranno la Puglia, la Basilicata e la Calabria e poi nel
pomeriggio di nuovo le Alpi. In serata e nella notte i temporali dalle
Alpi si porteranno sulla pianura padana anche con grandinate.
DOMENICA 27 MAGGIO Nord: parzialmente nuvoloso con addensamenti sulle zone a ridosso dei rilievi e rovesci sparsi che, dal pomeriggio-sera, interesseranno anche le pianure. Centro e Sardegna: parzialmente nuvoloso con occasionali rovesci sulla Sardegna e sui rilievi appenninici; soleggiato sulle altre zone. Sud e Sicilia: ancora instabile con molti rovesci sulla Calabria e sulla Puglia meridionale; variabile sul resto del sud in miglioramento. Temperature: in diminuzione nei valori minimi, massime in lieve aumento. Venti: deboli dai quadranti settentrionali con moderati rinforzi sulle regioni adriatiche. Mari: localmente mosso l'Adriatico; poco mossi gli altri mari.
LUNEDI' 28 MAGGIO Variabilità un po' su tutta la penisola con rovesci temporaleschi durante le ore più calde, specie sulle zone a ridosso dei rilievi, in assorbimento serale.
MARTEDI' 29 MAGGIO Condizioni di bel tempo soleggiato salvo nuvolosità in aumento nel pomeriggio sui rilievi e sulle zone interne associati a locali piovaschi in attenuazione nelle ore serali.
DOMENICA 27 MAGGIO Nord: parzialmente nuvoloso con addensamenti sulle zone a ridosso dei rilievi e rovesci sparsi che, dal pomeriggio-sera, interesseranno anche le pianure. Centro e Sardegna: parzialmente nuvoloso con occasionali rovesci sulla Sardegna e sui rilievi appenninici; soleggiato sulle altre zone. Sud e Sicilia: ancora instabile con molti rovesci sulla Calabria e sulla Puglia meridionale; variabile sul resto del sud in miglioramento. Temperature: in diminuzione nei valori minimi, massime in lieve aumento. Venti: deboli dai quadranti settentrionali con moderati rinforzi sulle regioni adriatiche. Mari: localmente mosso l'Adriatico; poco mossi gli altri mari.
LUNEDI' 28 MAGGIO Variabilità un po' su tutta la penisola con rovesci temporaleschi durante le ore più calde, specie sulle zone a ridosso dei rilievi, in assorbimento serale.
MARTEDI' 29 MAGGIO Condizioni di bel tempo soleggiato salvo nuvolosità in aumento nel pomeriggio sui rilievi e sulle zone interne associati a locali piovaschi in attenuazione nelle ore serali.
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EMILIA, 58 SCOSSE NELLA NOTTE. CIRCA 20 INDAGATI PER OMICIDIO COLPOSO
Non smette di
tremare la terra tra le province di Modena e Ferrara. Dalle 20 di ieri
sera alle 7 di stamani, le scosse, di bassa e media intensità, sono
state 58, la più forte delle quali è stata di magnitudo 2.7, con
epicentro a Finale. A Finale Emilia circa 2000 persone dormono in tenda,
in auto o in roulotte parcheggiate vicino alla propria abitazione. Una
scossa di magnitudo 2.4 è stata avvertita dalla popolazione alle 23:46
di ieri sera nella provincia di Latina, tra il capoluogo e i comuni di
Sermoneta e Norma. Un'altra scossa di magnitudo 2.0 si è registrata in
provincia di Cosenza, tra i comuni di Castrovillari, Frascineto e San
Basile.
GLI INDAGATI Primi indagati per il crollo dei capannoni, causato dal terremoto, che domenica mattina ha ucciso quattro operai in Emilia. Una ventina di persone, tra legali rappresentanti delle aziende coinvolte, tecnici e progettisti, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Ferrara. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. Un atto dovuto, per consentire il proseguimento degli accertamenti, mentre la terra continua a tremare. Anche oggi le scosse, alcune di forte intensità, hanno seminato il panico nei centri già colpiti dal sisma, in provincia di Modena e Ferrara. La 'psicosì da terremoto tiene i cittadini lontani dalle case, anche quelle già dichiarate agibili dai vigili del fuoco, e così il numero degli sfollati è salito ancora. A cinque giorni dal sisma sono infatti quasi settemila le persone sparse tra i 12 campi d'accoglienza allestiti o le 46 strutture al coperto - palestre o edifici comunali - e i 14 alberghi che danno ospitalità ai terremotati. Li assistono 1.200 volontari della Protezione Civile, che intanto sta definendo con le autorità locali e le forze dell'ordine un piano per i primi interventi, quelli cioè in grado di garantire la pubblica incolumità e il rapido svolgimento delle operazioni di soccorso. «L'obiettivo è quello di accelerare la ricostruzione. Dobbiamo dare la speranza ai cittadini, alle imprese e ai lavoratori che vogliamo anticipare la ripartenza», afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, che oggi pomeriggio ha riunito in Regione le forze sociali e imprenditoriali - 5 mila le persone rimaste senza lavoro - per fare il punto sui danni subiti. «Il continuare dello sciame sismico produce una situazione di tensione permanente», aggiunge Errani, ribadendo che questa deve essere considerata «un'emergenza nazionale» e che «occorre l'impegno solidale di tutto il Paese». Il governo ha stanziato, con il decreto che ha proclamato l'emergenza nazionale, i primi 50 milioni di euro e altre risorse arriveranno grazie al taglio dei rimborsi elettorali ai partiti, come prevede un emendamento approvato ieri dalla Camera. Le banche, invece, hanno messo a disposizione un plafond di 800 milioni di euro, tra finanziamenti a tassi agevolati e una moratoria sulle rate dei mutui. Ed è probabile che arriveranno altri aiuti per far fronte ai danni di un terremoto che - dicono gli esperti in base alle rilevazioni satellitari - ha sollevato di 15 centimetri quell'area della Pianura Padana. Una forza pari a quella del sisma che ha distrutto l'Aquila. Non a caso la scossa delle 4.04 di domenica mattina ha distrutto torri, castelli e chiese, cancellando in pochi secondi un patrimonio culturale che era stato conservato nei secoli. E da cui ancora emergono nuove ferite nascoste. Come le crepe che oggi hanno spinto il sindaco di Sant'Agostino, Fabrizio Toselli, a ordinare l'evacuazione di un centinaio di persone dalle loro abitazioni di San Carlo. Oppure quelle che tengono ancora chiusa la parte centrale degli uffici della Procura di Ferrara. Gli stessi che indagano sul cedimento dei capannoni alla Tecopress, alla Sant'Agostino Ceramiche e alla Ursa di Bondeno che hanno provocato in tutto quattro delle sette vittime del terremoto. Operai al lavoro, uccisi mentre stavano terminando il turno di notte. I primi funerali si svolgeranno domani.
GLI INDAGATI Primi indagati per il crollo dei capannoni, causato dal terremoto, che domenica mattina ha ucciso quattro operai in Emilia. Una ventina di persone, tra legali rappresentanti delle aziende coinvolte, tecnici e progettisti, sono stati iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Ferrara. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. Un atto dovuto, per consentire il proseguimento degli accertamenti, mentre la terra continua a tremare. Anche oggi le scosse, alcune di forte intensità, hanno seminato il panico nei centri già colpiti dal sisma, in provincia di Modena e Ferrara. La 'psicosì da terremoto tiene i cittadini lontani dalle case, anche quelle già dichiarate agibili dai vigili del fuoco, e così il numero degli sfollati è salito ancora. A cinque giorni dal sisma sono infatti quasi settemila le persone sparse tra i 12 campi d'accoglienza allestiti o le 46 strutture al coperto - palestre o edifici comunali - e i 14 alberghi che danno ospitalità ai terremotati. Li assistono 1.200 volontari della Protezione Civile, che intanto sta definendo con le autorità locali e le forze dell'ordine un piano per i primi interventi, quelli cioè in grado di garantire la pubblica incolumità e il rapido svolgimento delle operazioni di soccorso. «L'obiettivo è quello di accelerare la ricostruzione. Dobbiamo dare la speranza ai cittadini, alle imprese e ai lavoratori che vogliamo anticipare la ripartenza», afferma il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, che oggi pomeriggio ha riunito in Regione le forze sociali e imprenditoriali - 5 mila le persone rimaste senza lavoro - per fare il punto sui danni subiti. «Il continuare dello sciame sismico produce una situazione di tensione permanente», aggiunge Errani, ribadendo che questa deve essere considerata «un'emergenza nazionale» e che «occorre l'impegno solidale di tutto il Paese». Il governo ha stanziato, con il decreto che ha proclamato l'emergenza nazionale, i primi 50 milioni di euro e altre risorse arriveranno grazie al taglio dei rimborsi elettorali ai partiti, come prevede un emendamento approvato ieri dalla Camera. Le banche, invece, hanno messo a disposizione un plafond di 800 milioni di euro, tra finanziamenti a tassi agevolati e una moratoria sulle rate dei mutui. Ed è probabile che arriveranno altri aiuti per far fronte ai danni di un terremoto che - dicono gli esperti in base alle rilevazioni satellitari - ha sollevato di 15 centimetri quell'area della Pianura Padana. Una forza pari a quella del sisma che ha distrutto l'Aquila. Non a caso la scossa delle 4.04 di domenica mattina ha distrutto torri, castelli e chiese, cancellando in pochi secondi un patrimonio culturale che era stato conservato nei secoli. E da cui ancora emergono nuove ferite nascoste. Come le crepe che oggi hanno spinto il sindaco di Sant'Agostino, Fabrizio Toselli, a ordinare l'evacuazione di un centinaio di persone dalle loro abitazioni di San Carlo. Oppure quelle che tengono ancora chiusa la parte centrale degli uffici della Procura di Ferrara. Gli stessi che indagano sul cedimento dei capannoni alla Tecopress, alla Sant'Agostino Ceramiche e alla Ursa di Bondeno che hanno provocato in tutto quattro delle sette vittime del terremoto. Operai al lavoro, uccisi mentre stavano terminando il turno di notte. I primi funerali si svolgeranno domani.
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Emergenza clima - Il Rapporto ONU (IPCC)
Il rapporto ONU, un
“tomo” di 1400 pagine elaborato da ben 2500 scienziati di tutto il
pianeta, è stato consegnato a Bruxelles all'Unione Europea giovedì 5
aprile 2007 ( data storica da ricordare). E' questo un documento drammatico che ci presenta scenari futuri apocalittici. Dinanzi a
tanta precisione di dati, ad esempi concreti, come quest'ultimo inverno
caldo, a fenomeni di estremizzazione meteorologica, ad alluvioni,
fusioni accelerate delle calotte polari, innalzamento dei mari e
quant'altro, anche i Paesi più recalcitranti sul Protocollo di Kyoto
come USA, Cina, e Arabia Saudita, hanno dovuto chinare il capo e
accettare il documento.
Si è ormai preso
atto che il fenomeno si è innescato e non potrà più fermarsi. Si parla,
quindi, di adattamento ai fenomeni in arrivo innescati dall'effetto
serra, che gli scienziati portoghesi hanno ribattezzato: “effetto
stufa”.
Senza entrare nello
specifico delle 1400 pagine, possiamo però raccogliere i principali
elementi e i dati che rappresentano la sintesi di tutto il rapporto ONU.
Questi pertanto i punti salienti del documento:
Entro il 2050
L'Europa potrebbe perdere il 70% dei suoi ghiacciai. E' previsto anche lo
scioglimento delle distese di nevi”eterne”dell'Himalaya.
I fenomeni
meteorologici saranno sempre più estremi e di uragani tipo “Katrina”
dovremmo farsi l'abitudine;
Il 30% di animali e piante del pianeta potrà estinguersi;
Gli oceani prima del 2100 potrebbero crescere di oltre 1 metro;
Mari ed oceani
inizierebbero ad acidificarsi compromettendone la vita marina stessa. Al
momento il fenomeno sta interessando negativamente tutte le barriere
coralline;
I deserti del pianeta entro la fine di questo secolo potrebbero raddoppiarsi e la
foresta dell'Amazzonia trasformarsi in savana;
I fiumi delle latitudini equatoriali e tropicali potrebbero trasformarsi in
torrentelli o diminuire la loro portata d'acqua di oltre la metà;
L'Africa subsahariana finirebbe per diventare una terra
senza acqua e vita;
Le malattie tropicali, anche le più devastanti, vedi la febbre dengue e la meningite, si potrebbero estendere anche negli attuali Paesi
temperati;
Le economie dei Paesi tropicali o temperati che attualmente puntano sul turismo
marino, a causa dell'eccessivo caldo, potrebbero fallire;
Sono questi gli
scenari che il rapporto intravede qualora raggiungessimo un aumento
medio della temperatura della biosfera di altri 2 gradi centigradi da
qui al 2050. Nel caso dell'ipotesi più nera, che vedrebbe entro la fine
del secolo l'innalzamento della temperatura media del pianeta di oltre 5
gradi, i problemi sarebbero ben più gravi e per l'umanità potrebbe non
esserci futuro.
Per il bacino del Mediterraneo il rapporto dedica oltre 50 pagine, informandoci che se
il trend è quello che abbiamo appena assaporato in quest'ultimo inverno,
questo è quanto ci aspetta da qui alla fine del secolo:
Circa 5000 Km di coste finiranno sott'acqua, a maggior rischio il delta del Nilo, le
pianure della Tunisia, le coste della Spagna, quelle Italiane e della
Turchia,. Venezia finirà sommersa del tutto;
I ghiacciai delle Alpi scompariranno quasi del tutto (finiranno “le settimane
bianche”);
I grandi fiumi
come il Po subiranno una drastica diminuzione della loro portata,
entrando in fase di secca nel periodo estivo compromettendo così
l'apporto di acqua per i bacini idroelettrici;
Il fenomeno deserto aggredirà in Italia la Sicilia , la Puglia , la Calabria e la Sardegna. La Val Padana sarà interessata da fenomeni di aridità;
L'acidificazione e l'aumento della temperatura sul Mediterraneo ridurrà drasticamente
la vita marina, con scomparsa di pesci autoctoni a vantaggio di specie
provenienti dall'Oceano Indiano poco commestibili e in alcuni casi
velenose;
A causa della
conformazione orografica dell'Europa con le Alpi e i Pirenei e a causa
dell'aumento della evaporazione del Mediterraneo, si creerà il fenomeno
della depressione: l'aria calda che dal mare salirà verso gli strati più
alti dell'atmosfera “succhierà” aria calda africana, con inevitabili
bolle e ondate di calore che giungeranno fino a ridosso dell'arco
alpino, come accadde nel 2003 ( il 2003 è stato solo un breve
assaggio!);
A causa delle continue ondate di calore sono previsti per tutto il bacino del
Mediterraneo, stando ai dati dell'estate del 2003, almeno 35.000 morti
l'anno, ma che purtroppo potrebbero raddoppiare. Oltre a ciò malattie
veicolate da insetti che nel caldo-umido trovano il loro habitat ideale,
aumenteranno a dismisura ( vedere servizio a parte );
Con il gran caldo
gli incendi delle ultime foreste e macchie mediterranee saranno
inarrestabili, accelerando così il fenomeno dell'effetto serra e
degradando definitivamente i suoli;
L'agricoltura avrà il colpo di grazia soprattutto al Sud dove la carenza d'acqua e
l'aumento delle temperature colpiranno drasticamente le produzioni
ortofrutticole;
Per l'Italia un danno rilevante per i suoi vini ed oli doc, dove l'effetto stress
da eccessivo calore modificherà gli aspetti organolettici
compromettendone le caratteristiche del frutto. Pericoli anche per la produzione del Parmigiano a causa dell'inevitabile peggioramento e diradamento dei pascoli;
Sono previste
massicce ondate di “profughi del clima” ( si parla da qui al 2050
di almeno 90 milioni di persone) che dalle coste africane cercheranno
di raggiungere l'Europa attraverso soprattutto la Spagna , l'Italia e la
Grecia.
Questa appena
descritta è la sintesi di una altra serie di problemi connessi proprio
al fenomeno del riscaldamento globale e in particolare del Mediterraneo.
Il rapporto ONU
anche se non parte da un altro rapporto, quello dell'economista Stern,
fa riferimento ad inevitabili crisi socio-economiche che condizioneranno in futuro le scelte economiche di ogni Stato.
Per Stern il
problema è sotto gli occhi di tutti: in parole povere dice che i
disastri ecologici, le malattie agli uomini e agli animali e le perdite
di vita causati dai cambiamenti climatici hanno inevitabilmente un costo
sociale. Tale che con il peggiorare della situazione andrà sempre di più
ad incidere sui vari PIL. Al momento i costi per i disastri ecologici in
Paesi come l'Inghilterra incidono sul PIL per lo 0.8%, ma seguendo il
trend previsto di innalzamento della temperatura terreste con tutti i
fenomeni connessi, l'incidenza salirà in progressione geometrica. Per
cui i Paesi che non avranno trovato in tempo delle soluzioni sul fronte
della mitigazione dei cambiamenti climatici e dell'adattamento, vedranno
un'incidenza dei costi “climatici” sul loro PIL fino ed oltre il 50% .
Un disastro che inciderebbe pesantemente sull'economia di ogni singolo
cittadino.
Fatta questa breve
considerazione dobbiamo immediatamente vedere
Gli agricoltori,
che dovranno rivedere i loro progetti produttivi, impiantare nuovi tipi
di coltivazioni, più resistenti al caldo, ai parassiti e alla penuria
d'acqua;;
I pescatori,
che dovranno abbandonare ancora di più l'attività della pesca per
penuria di pesce;
Gli allevatori
che per penuria di foraggio e di pascoli dovranno ridurre i loro capi
bestiame; non solo, ma dovranno anche far fronte a sempre nuove malattie
come la Lingua Blu e la Lesmaniosi che decimano animali da cortile e da
compagnia (i cani);
Gli operatori turistici che non avranno più centri invernali con piste da sci da
prospettare alla loro clientela, né centri estivi al mare dove le
temperature torride e la presenza di insetti fastidiosi e nocivi, nonché
la penuria d'acqua, sconsiglieranno i vacanzieri ad andarci;
Con il caldo torrido aumenterà la richiesta di energia elettrica per mandare
avanti tutti i condizionatori che sempre di più si istalleranno negli
edifici italiani. Questo comporterà in estate, con la forte diminuzione
di acqua per i bacini idrografici, per l'assenza di vento per gli
impianti eolici, una grande crisi energetica che potrebbe portare a
continui e gravi black out come accadde nel settembre 2003.
L'Italia che per il
68% dipende dai combustibili fossili ( i maggiori incriminati per
l'effetto serra), non ha davanti a sé uno scenario sereno.
Per giugno prossimo
ci sarà un altro vertice tra scienziati e capi di Stato ad Heiligendamm;
in quella sede si cercherà di trovare soluzioni pratiche che ogni Paese
industrializzato della Terra dovrà adottare per salvare il salvabile.
Speriamo che anche questa volta possa prevalere il buon senso e la
responsabilità nei confronti di ogni cittadino del globo.
Qualcuno però lo
dica anche a Bush e al suo entourage.
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LA PROFEZIA MAYA
La civiltà Maya
raggiunse traguardi scientifici notevoli. ..
Per contare gli
anni, utilizzava stelle e pianeti: il "Grande Conto", basato sui
movimenti del pianeta Venere. Essi divisero il tempo in una serie di
cicli che cominciavano dalla nascita di Venere. Ogni ciclo durava 1
milione e 872 000 giorni. Il ciclo che ora stiamo vivendo ha avuto
inizio il 13 agosto dell'anno 3114 prima di Cristo e finirà il
21
dicembre 2012 dopo Cristo. I Maya erano del tutto sicuri
dell'attuale ciclo ed erano altrettanto convinti che fosse l'ultimo.
Quando il mondo avrà completato questo ciclo, dicevano, finirà fra
disastrose inondazioni, terremoti e incendi: uno scenario molto simile
alle profezie del Nuovo Testamento.
.. Sotto i nostri
occhi tutti i giorni ci sono le guerre (pensate addirittura che siamo
arrivati a fare una guerra per fare la pace!), .. i vulcani
sembrano essersi svegliati da lunghi anni di letargo, i terremoti e i
maremoti fanno tremare il cuore degli uomini. Vediamo continuamente
alluvioni e tifoni che sembrano spazzare via come dello sporco, come
se ci fosse qualcosa da lavare. .. E la Terra riceve ogni giorno la sua
abbondante razione di contaminazione, con gli scarti industriali e
l'immondizia.
Stiamo devastando
l'armonia naturale. Che il clima sia cambiato è l'opinione di tutti,
anche se a volte facciamo finta che non sia vero.
La temperatura
sta aumentando e non ce ne preoccupiamo più di tanto, e questo
aumento provoca piogge anomale con conseguenze di tifoni, tornadi,
terremoti...
In molte religioni
ci sono profezie che coincidono nell'affermare che stiamo vivendo
un periodo particolarmente difficile, che annuncia un passaggio
dell'umanità verso una nuova era. .. I Maya, qualcosa che abbiamo
conosciuto soltanto nel 1500 con l'invasione degli spagnoli, hanno
previsto tutto questo, perché è tutto scritto. Facendo uno studio
scientifico e religioso sul funzionamento dell'universo sono riusciti a
leggere nelle leggi imperscrutabili del cosmo, a scoprire gli effetti e
le cause.
Quali sono gli
effetti che causiamo noi alla Terra, alla galassia, al cosmo, con il
nostro comportamento e quali sono gli effetti dei movimenti degli astri
nel nostro comportamento.
Quello che resta
incomprensibile è com'è possibile che da un calendario si possa desumere
tutto questo? Allora spieghiamo un attimo cosa significa il
calendario per i Maya. Il calendario così come lo conosciamo noi
oggi, così come ci è arrivato, è probabilmente l'apice di un certo tipo
di cultura del I° secolo a.C., tra il 50 e il 100 a.C. e quasi
sicuramente a detta degli esperti, non sono stati i Maya ma i Toltechi a
farlo, un popolo che veniva dal nord anche se non si sa di preciso da
dove, forse avevano conosciuto altre civiltà! Questo calendario è così
preciso, fatto da sacerdoti
che erano anche astronomi, filosofi e scienziati, che l'eclissi
solare dell'11 agosto 1999 si è verificata con 33 secondi di ritardo
rispetto al tempo previsto dai Maya, previsione fatta intorno al 3.000
a.C.!
Il calendario Maya è
costituito da 9 elementi fondamentali: il Giorno che si chiama Kin, che
nominava anche il Sole e il sacerdote solare, quindi qualcosa di vicino,
di caldo, che da vita. Ogni giorno ha un proprio nome e quindi ci sono
diversi Kin. Poi ci sono i Uinal, i mesi: sono di 20 giorni più un mese
aggiuntivo di 5 giorni per arrivare a 365. Non aggiungevano un giorno ad
un mese ogni 4 anni come facciamo noi, non c'era l'anno bisestile, tutti
gli anni c'era un mese di 5 giorni, quindi arrivavano sempre a 365. Poi
c'era il Tun che equivale all'anno di 365 giorni, il Katun che sono 20
anni, cioè 20 Tun, il Baktun, il Karaktun, che moltiplicano sempre per
20, il Kinciltun fino ad arrivare all'Autun. Vanno poi aggiunte altre
piccole modificazioni, in modo da avere una precisione di tempi sulle
stagioni e sugli orari, in modo che l'anno era sempre conteggiato con
precisione.
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