lunedì 6 gennaio 2014

Occhi all'insù per le Quadrantidi: nella notte attese le stelle cadenti

Occhi all'insù per gli amanti delle stelle e per tutti coloro che non temono queste notti fredde. Il cielo del 2014 sarà ricordato tra quelli più ricchi di asteroidi e comete e l'anno inizia bene. In questi giorni è possibile avvistare le Quadrantidi, uno sciame meteorico proveniente dalla costellazione di Boote. 






Le Quadrantidi passano ogni anno sulle nostre teste tra il 1 e il 5 di gennaio. Gli esperti dell’Unione astrofili italiani (Uai) hanno spiegato che il picco dell’attività è stato intorno alle ore 20-21 del 3 gennaio, ma anche questa notte è atteso un grande spettacolo.  L’assenza della Luna renderà il cielo particolarmente scuro e, quindi, adatto alla visione delle Quadrantidi. Unico limite allo spettacolo potrebbe essere imposto dalle nuvole che copriranno i cieli soprattutto del Nord e del Centro Italia.

"I delfini si drogano con l'aria di un pesce palla": lo studio

Lo 'sballo' delle droghe? Non è una prerogativa dell'uomo, ma anche di altri mammiferi come i delfini, almeno secondo un gruppo di scienziati australiani e britannici.   Lo studioso di delfini australiano Rob Pilley, in collaborazione con il noto regista di documentari John Downer, ha infatti realizzato un video per la serie tv Dolphins: Spy in the Pod, in onda sulla BBC.



 Secondo Pilley, i delfini sembrano in qualche modo dipendenti dall'aria di una particolare razza di pesce palla, che avvicinano con cautela e che, in gruppo, sembrano addirittura 'passarsi'.  Pilley sostiene che l'aria del pesce palla abbia un effetto psicoattivo sui delfini, ma in realtà si tratterebbe di un particolare tipo di difesa: se aspirata in grande quantità, può avere effetti anche letali per i predatori. I delfini, evidentemente, hanno imparato ad assumerne solo piccole quantità, con il conseguente 'sballo'.  Non mancano i critici di questa teoria: molti studiosi sono scettici al riguardo. Downer, tuttavia assicura: «Abbiamo girato con alcune telecamere nascoste in finti pesci, tartarughe e calamari, proprio per evitare che i delfini mutassero il proprio naturale comportamento».

Sole, altro che botti: a Capodanno una spettacolare eruzione

Festeggiamenti di Capodanno anche sul Sole. La nostra stella ha salutato l'anno nuovo con i "botti": un primo brillamento il 31 dicembre, poi una grande eruzione il 1 gennaio. A registrare l'attività è stato il telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory (Sdo) della Nasa.  Nell'attesa di comprendere se i nuovi fenomeni registrati a cavallo del nuovo anno possano provocare disturbi alle comunicazioni elettromagnetiche sulla Terra, i ricercatori dell'Agenzia americana per l'atmosfera e gli oceani (Noaa) prevedono nei prossimi giorni nuovi forti brillamenti.



 Il primo brillamento dell'anno è stato 'esploso' da una grande macchia solare chiamata Ar1936. Il violento lampo di luce ultravioletta è stato rilevato dal telescopio Sdo e classificato nella classe M9, la seconda in ordine di potenza.  Le immagini riprese dal telescopio spaziale mostrano l'esplosione di una 'bolla' di plasma e la ricaduta di buona parte dei materiali sulla superficie della stella. Secondo i ricercatori una parte del materiale espulso potrebbe sfiorare il campo magnetico terrestre entro la settimana. L'attenzione dei ricercatori è però ora rivolta verso una nuova macchia solare, chiamata Ar1944 e appena apparsa al margine dell'orizzonte: sembrerebbe particolarmente potente ma le informazioni sono ancora poche per tentare ogni previsione. Al momento le dimensioni sembrerebbero tali da far ipotizzare nuove violente eruzioni tanto che il Noaa stima nei prossimi giorni al 70% la possibilità di brillamenti di categoria M e al 30% di classe X, la più potente.

Sole, botti di Capodanno: due esplosioni salutano l’arrivo del nuovo anno

Una nuova grande eruzione di materiale è stata registrata il primo gennaio dal telescopio spaziale Solar Dynamics Observatory della Nasa.   Nell’attesa di comprendere se i nuovi fenomeni registrati a cavallo del nuovo anno possano provocare disturbi alle comunicazioni elettromagnetiche sulla Terra, i ricercatori dell’Agenzia americana per l’atmosfera e gli oceani (Noaa) prevedono nei prossimi giorni nuovi forti brillamenti. 




Il primo brillamento dell’anno è stato ‘esploso’ da una grande macchia solare chiamata Ar1936. Il violento lampo di luce ultravioletta è stato rilevato dal telescopio Sdo e classificato nella classe M9, la seconda in ordine di potenza. Le immagini riprese dal telescopio spaziale mostrano l’esplosione di una ‘bolla’ di plasma e la ricaduta di buona parte dei materiali sulla superficie della stella.

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